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Peugeot 205 1.9 GTI

La Peugeot 205 era un’autovettura di segmento B e di media cilindrata, prodotta tra il 1983 ed il 1999 dalla casa francese Peugeot. Best-seller per una decina d’anni, ebbe un successo senza precedenti nella storia della Peugeot con oltre cinque milioni di esemplari venduti.

Genesi
Nel 1977 cominciò il progetto per la sostituta della Peugeot 104, oramai commercialmente matura (lanciata nel 1972) e surclassata nelle vendite dalla rivale Renault 5: in quell’anno la situazione economica della Casa di Sochaux era tutt’altro che florida: le ingenti spese sostenute per il lancio della 604, grossa berlina accompagnata peraltro da uno scarso successo commerciale, misero in serie difficoltà la Peugeot, senza contare l’investimento, assieme a Renault e Volvo, per la realizzazione del motore PRV, l’ulteriore realizzazione, sempre con Renault, dei motori Douvrin e l’acquisizione della Citroën avvenuta poco tempo dopo. Intanto erano partite le trattative per l’acquisizione dell’intero Gruppo Chrysler europeo, altra mossa che in seguito si sarebbe rivelata assai azzardata. Occorreva pertanto un modello di amplissima diffusione che sostituisse la 104 e che si imponesse per la sua versatilità, la sua affidabilità e la varietà della sua gamma, nonché per la sua economia di esercizio ed il prezzo competitivo. Le altre direttive dettate dai vertici Peugeot prevedevano un look assai più moderno di quello della 104, un abitacolo molto spazioso rispetto alla concorrenza e migliori doti di comportamento stradale.

Il progetto, denominato “M24”, prevedeva quindi una vettura di dimensioni leggermente più grandi, per favorire abitabilità e capacità di carico, ma che rimanesse ugualmente nel settore delle utilitarie. Il disegno della carrozzeria venne affidato al Centro Stile della Casa francese, sotto la direzione di Gérard Welter, con la consulenza di Pininfarina. Anche con la nuova utilitaria proseguì il sodalizio con il celeberrimo stilista torinese. Dopo non poche proposte scartate, tra cui un rifacimento mantenendo il pianale della 104 (come nel progetto che diede vita alla Citroën Visa), si arrivò due anni dopo, nel 1979, a quella che poteva essere la vettura quasi definitiva. Si decise di continuare i lavori di affinamento direttamente nel Centro Stile della Casa francese. A questo scopo, sulla base del disegno accettato, si costruì un modello in scala 1:1. Ben presto, il lavoro di una parte dell’equipe di designer si spostò sui disegni relativi all’abitacolo, ed in particolare di plancia e cruscotto. Va detto che il progetto M24 è stato il primo, per la Casa di Sochaux, ad utilizzare la tecnologia informatica del Computer-Aided Design, grazie al quale si potevano ottenere disegni molto più precisi ed in molto meno tempo.
Nel frattempo, un’altra squadra di progettisti lavorava alla parte meccanica: in particolare il telaio venne progettato secondo direttive che imponevano una costruzione dal peso ridotto e dalle ottime doti di comfort unite a quelle di tenuta di strada. L’ideazione degli interni venne affidata a Paul Bracq, valente designer francese reclutato dalla Peugeot nel 1974.
Man mano che si andava avanti con il progetto, la versione definitiva appariva sempre più vicina e sempre più moderna ed in grado di porsi ai vertici nella sua categoria, ma nel contempo la situazione economica del Gruppo PSA peggiorava: gli insuccessi della 604, delle Talbot Solara e Tagora furono macigni pesantissimi da sostenere. Occorreva quindi essere sicuri al 100% del successo della nuova vettura e perciò venne imposto anche che la carrozzeria fosse resistente alla corrosione. A tale scopo una gran parte i lamierati della carrozzeria vennero sottoposti a zincatura, mentre alcuni componenti furono realizzati in plastica.
Il primo prototipo vide la luce nel 1981 e venne sottoposto ad altri lavori di affinamento e modernizzazione di alcuni particolari, tra cui i gruppi ottici anteriori, che da piccoli e incassati divennero più grandi, di forma trapezoidale e a filo con la carrozzeria. Si arrivò a quel punto alla vettura definitiva e da lì si giunse finalmente al controllo di qualità ed ai test della vettura, che venne sottoposta a dei tour de force massacranti, in condizioni ambientali ed atmosferiche estreme, per accertarne la solidità e la resistenza di telaio e carrozzeria. Contemporaneamente vennero testate componenti come le maniglie porta, sottoposte ognuna a cicli di ben 100 000 aperture e chiusure. Alla fine del 1982 cominciò la produzione della pre-serie.

Debutto
La vettura, che doveva inizialmente chiamarsi 105, per sottolineare la continuità con la sua antenata, debuttò invece con il nome di 205 nel gennaio 1983: la stampa, rimase colpita per l’agilità della vettura e per la sua eccezionale maneggevolezza. La commercializzazione fu avviata il 24 febbraio dello stesso anno, ma il debutto in Italia avvenne solo nel novembre del 1983, quasi un anno dopo la presentazione ufficiale.

Design ed interni

Vista laterale di una 205

Un lavoro così articolato e meticoloso diede i suoi frutti: la linea della vettura venne accolta in modo positivo dal pubblico: l’immagine trasmessa era gradevole, fresca, dinamica. La vettura ebbe successo prima presso il pubblico femminile, poi anche in quello maschile, specialmente, in seguito, dopo l’avvento delle versioni sportive. Alcuni elementi della linea della 205 vennero ripresi in seguito anche dagli altri modelli della Casa, con la creazione di un “family feeling”; uno tra tutti, la caratterizzazione della calandra a listelli orizzontali. la linea della 205 fu uno dei tanti motivi che ne sancirono l’enorme successo commerciale: semplice, ma non scontata, relativamente moderna per l’epoca, simpatica, vivace ed anche grintosa nelle versioni sportive, la 205 entrò ben presto nel cuore degli appassionati. La carrozzeria a due volumi era caratterizzata da spigoli arrotondati, quindi non più linee dai risalti accentuati come nello stile degli anni settanta, ma neanche linee molto tondeggianti come nella prima metà degli anni novanta. I grandi fari anteriori trapezoidali contrastavano con i piccoli fari posteriori di forma quadrata. Come già detto, la calandra era costituita da listelli orizzontali verniciati in tinta con la carrozzeria, ed era inclinata all’indietro, per conferire maggior dinamismo al muso, non solo dal punto di vista estetico, ma anche per accentuare la penetrazione aerodinamica. Posteriormente, la parte bassa del portellone, tra i due fanali, era risolta da una fascia in plastica grigia a sottili motivi orizzontali che rendeva subito riconoscibile la vettura. La fiancata, semplice, pulita e priva di particolari caratterizzazioni, conduce al padiglione ed al passaruota posteriore, leggermente schiacciato nella parte superiore: era disponibile inizialmente solo la versione a 5 porte.

Semplicità senza banalità è anche quanto si ritrovava all’interno dell’abitacolo della 205: accanto ad una plancia minimalista, dotata di incavo longitudinale superiore che fungeva da vano portaoggetti, trovava spazio un cruscotto completo come pochissimi altri nella stessa categoria e per quell’epoca. Già le versioni di base incorporavano nel cruscotto: tachimetro, contachilometri totale, indicatore livello di carburante, spia riserva, spia olio, spia acqua, spia freno a mano ed infine la spia relativa alla mancata carica della batteria. Mancava solo il contagiri, che però si poteva trovare nelle versioni più ricche della gamma d’esordio. Moderni erano anche i sedili, anch’essi semplici ma gradevoli nel disegno ed anche durante il loro utilizzo effettivo. Buono lo spazio interno e quello del bagagliaio.
Meccanica e motori
Progettato anch’esso con l’ausilio della tecnologia informatica, il telaio della 205 proponeva soluzioni moderne, come le sospensioni corredate da supporti elastici per contenere le vibrazioni ed incrementare la silenziosità di marcia. L’avantreno era a ruote indipendenti con schema MacPherson, mentre il retrotreno era a bracci longitudinali e barre di torsione. Le molle elicoidali erano quindi presenti solo anteriormente, mentre su entrambi gli assi erano presenti degli ammortizzatori idraulici telescopici. L’impianto frenante prevedeva freni a disco sull’asse anteriore e freni a tamburo sull’asse posteriore. Era presente un servofreno a depressione. Lo sterzo era a cremagliera, ma senza servocomando. I motori previsti al debutto ricalcavano in gran parte i collaudati propulsori montati sulla 104. Si ritrovavano quindi i tre principali propulsori della serie X, il più grande dei quali, quello da 1.4 litri era disponibile in due livelli di potenza:

954 cm³ da 45 CV di potenza massima;
1124 cm³ da 50 CV di potenza massima;
1360 cm³ da 60 CV di potenza massima;
1360 cm³ da 80 CV di potenza massima.
Due le varianti di trasmissione: ai motori 1.0 e 1.1 era accoppiato un cambio manuale a 4 marce, mentre al motore 1.4 era invece abbinato un cambio a 5 marce, sempre manuale.

Allestimenti e dotazioni

Vista posteriore di una 205

Fin dalla versione di base, la dotazione della 205 era più che soddisfacente per l’epoca, specie considerando la già citata completezza del cruscotto. In ogni caso, gli allestimenti e le relative dotazioni previste al debutto erano:

base: senza una particolare sigla identificativa, la 205 di base si chiamava solo 205. Il livello di base era abbinato unicamente al motore più piccolo, quello da 954 cm³, e prevedeva oltre alla già citata ricca strumentazione del cruscotto, una dotazione comprendente: il tergicristallo a due velocità, il lavavetri elettrico, le luci di retromarcia, i fari anteriori regolabili su due posizioni, il pavimento rivestito in moquette, le cinture di sicurezza anteriori e posteriori, il portacenere in corrispondenza dei posti anteriori, l’impianto di ventilazione e persino la predisposizione per l’autoradio;
GL: livello medio-basso, abbinato ai motori 1.0 e 1.1, e che prevedeva quanto già visto per l’allestimento base, ma con in più: lunotto termico, retrovisore interno con regolazione antiabbagliamento, sedili rivestiti in tessuto (sulla base erano in vinile), accendisigari e alcuni vani portaoggetti in più;
GR: livello medio, abbinato ai motori 1.1 e 1.4 da 60 CV, e che prevedeva quanto già visto per il livello GL, ma con in più: contachilometri parziale (oltre a quello totale), orologio analogico, tergilunotto, lavavetri, retronebbia, portacenere per passeggeri posteriori, maniglie di sostegno anteriori e vano bagagli con tappetino;
SR: livello medio-alto abbinato unicamente al 1.4 da 60 CV, e che prevedeva quanto già visto per il livello GR, tranne i sedili, non più rivestititi in tessuto semplice, ma in velluto, e con in più: tergicristallo con funzione intermittente, fari allo iodio, reostato per la regolazione dell’illuminazione del cruscotto, retrovisori esterni regolabili dall’interno, predisposizione impianto stereo con casse anteriori e posteriori e maniglie di sostegno posteriori;
GT: livello di punta dall’impostazione sportiveggiante, abbinato unicamente al motore 1.4 da 80 CV e che prevedeva quanto già visto per il livello SR, tranne che per la presenza di un orologio digitale a cristalli liquidi al posto di quello analogico, e con in più: contagiri, spoiler posteriore e decorazione laterale adesiva.
Evoluzione
I primi anni di carriera

Una 205 GTI 1.9

L’interessante gamma motori, dal più tranquillo e parsimonioso 1.0 al brillante 1.4 da 80 CV, la linea giovane, fresca e dinamica, tutto quanto unito ad un prezzo concorrenziale, furono gli aspetti principali che sancirono di fatto l’immediato successo della 205.

Nel 1984, l’anno seguente al debutto della 205, la gamma si ampliò in maniera notevole con l’introduzione di numerose varianti e motorizzazioni: innanzitutto fu presentata la 205 GTI 1.6, che con il suo 1.6 XU5 ad iniezione della potenza di 105 CV divenne la momentanea versione di punta della gamma Peugeot di quell’anno. Ma quella che sarebbe stata riconosciuta come la massima espressione sportiva della 205 arrivò poco tempo dopo: nacque infatti la 205 Turbo 16, una vettura che per ragioni di marketing riproduceva gran parte delle fattezze esteriori della normale 205 a 3 porte ma di concezione tecnica completamente diversa, realizzata espressamente per le competizioni di rally, con trazione integrale e dotata di motore centrale da 1.8 litri sovralimentato in grado di erogare fino a 600 CV nelle evoluzioni più estreme. Per omologare questa vettura per il Campionato Mondiale Rally Gruppo B, però, la Peugeot dovette prima realizzare 200 esemplari stradali, dotati di una potenza massima di 200 CV.
Sia la GTI 1.6, sia la 205 T16 sono solo un antipasto della 205 in configurazione 3 porte, la quale debutterà solo nell’ottobre del 1984 al Salone di Parigi Tali versioni erano note anche come la famiglia X della gamma in quanto gli allestimenti erano denominati XE (motore 1.0 di base), XL (1.0 o 1.1), XR (1.1 o 1.4 da 60CV), XT (1.4 da 80 CV) ed XLD e XRD (motore 1.8 diesel per entrambi). In particolare, ‘arrivo della XE coincise con la cancelazione dal listino della 205 di base a 5 porte. Sempre del 1984 fu l’arrivo della versione diesel, spinta da un motore XUD7da 1769 cm³ aspirato in grado di erogare 60 CV di potenza massima. La 205 a gasolio fu proposta nelle versioni GLD, GRD ed SRD.
Dal punto di vista commerciale, nel 1985 vi furono molte meno novità: va segnalata l’introduzione delle versioni van, disponibili in tre diversi allestimenti:
205 XA, spinta dal 1.1 da 50 CV;
205 XAD, spinta dal 1.8 diesel da 60 CV.
Per il resto vale ancora la pena ricordare che l’allestimento XL divenne disponibile solo con il motore 1.1: sparì quindi dal listino la XL con motore da 954 cm³.

All’inizio del 1986, fu introdotta la 205 GTI 1.6 115 CV, che dapprima affiancherà e poi sostituirà la versione da 105 CV. La nuova GTI verrà poi presentata ufficialmente al pubblico al Salone dell’automobile di Ginevra, assieme all’altra grande novità, ossia la 205 Cabriolet, disponibile sia come 205 CT, con motore da 1.4 litri, sia come 205 CTI, con motore da 1.6 litri, lo stesso della 205 GTI da 115 CV. Questa versione, disegnata anch’essa da Pininfarina, fu assemblata però nello stabilimento piemontese. Nell’ottobre dello stesso anno, al Salone di Parigi, venne proposta anche la 205 GTI 1.9, con motore XU9 da 1905 cm³ litri e 130 CV. Entrambe le versioni GTI, da 1.6 e 1.9 litri, si riveleranno un gran successo, specie presso il pubblico più giovane, che ne apprezzò lo scatto, il gran temperamento sportivo ed i ragionevoli costi di esercizio. Anche le versioni cabriolet divennero molto apprezzate dal pubblico. Altra novità del 1986 fu l’arrivo della 205 Automatic, la quale era equipaggiata da un cambio automatico a 4 rapporti ed era spinta dal 1.6 XU5 della GTI, ma in una variante decisamente depotenziata ed in grado di erogare solo 80 CV. Tra la fine del 1986 e l’inizio del 1987 vi furono anche l’ingresso in listino della 205 diesel in allestimento XTD, mossa dallo stesso motore delle altre versioni a gasolio, e della 205 XS, mossa dallo stesso motore della XT, ma con un differente livello di allestimento. Nel frattempo, il successo della 205 crebbe sempre più: il motivo principale di ciò stava nella ricca gamma, che era in grado di soddisfare praticamente qualunque esigenza, da chi desiderava una semplice utilitaria economica a chi desiderava una sportiva molto brillante a chi optava per una vettura in grado di macinare moltissimi chilometri con consumi ridottissimi, il tutto con costi contenuti nella maggior parte delle versioni. Per dare un’idea delle vendite della 205, basti pensare che nel 1985 si arrivò già al milionesimo esemplare.

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Anno: 1990
produttore: Peugeot
Modello: 205
Cilindrata: 1900
Chilometri: 47000
Marce: 5 Marce
Prezzo:
Cambio: Manuale
Luogo: Licata
Condizioni: None
Porte: 2/3
Motore: Benzina
Colore Esterno: Bianco
Colore Interno: Nero / Rosso
Consumo: Città / Autostrada
Climatizzatore: Nessuno
Garanzia: di conformità

Fuel Efficiency Rating

  • Città: N/A
  • Autostrada: N/A

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